Il Regno di Dio cresce e si diffonde nella storia

Articolo a cura di D. Livio Buso, tratto da "Comunità in Servizio" di Gennaio-Febbraio 2013

A cura di D. Livio
 
In questi mesi ho ripensato più volte ad alcune parole lette nel Vangelo di Marco: “Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglio e cresce. Come, egli stesso non lo sa” (Mc 4,26-27).


Questi versetti della Scrittura hanno accompagnato la mia meditazione spirituale e anche il tentativo di lettura della vita “ordinaria e straordinaria” di questo tempo.


Il regno di Dio, di cui parla l'evangelista Marco, è la vita degli uomini e delle donne secondo lo stile del Vangelo di Gesù, cioè l'esistenza caratterizzata dalla giustizia, dal rispetto, dall'amore, dalla verità e dalla pace.

Come credenti cristiani abbiamo, nella fede, la certezza che il regno di Dio si diffonde nel mondo, vicino e lontano da noi.

Il seme di questo regno, come abbiamo letto nel Vangelo, cresce spontaneamente, cioè si fa spazio nella storia della nostra umanità.

È decisiva la consapevolezza che questo regno si espande a prescindere da noi, dal nostro esclusivo impegno. Cioè, prima di tutto, un'azione di Dio silenziosa, nascosta, costante. Crediamo che sia così o tutto dipende dall'uomo?

La cultura di oggi esalta l'attività umana fino a mettere l'essere umano al posto di Dio. Ecco il peccato “originale”, le cui tracce sono sempre visibili nel cuore dell'uomo.


Ho ripensato alle tante. attivita delle famiglie, della comunità parrocchiale, della comunità civile e mi sono chiesto: “È tutto necessario o c'è qualcosa prioritario, essenziale?”
“Come continuare a lavorare e a servire consapevoli che il seme cresce da sé e spontaneamente?”

Accanto all'azione di Dio, riconosciuta e accolta, occorre la nostra calma, serenità e fiducia. È necessaria la perseveranza nel cammino intrapreso in ogni ambiente di vita, con le scelte piccole e grandi compiute e da compiere.


Il Signore non ci invita ad essere delle persone che si cullano nell'ozio, nel disimpegno, nell'indifferenza, ma ci provoca a continuare a seminare con fiducia nella sua opera.

Non siamo chiamati a fare cose straordinarie ma ad intervenire nell'ordinario della vita con la consapevolezza che fidandoci di Lui e lasciandoci condurre dal suo Spirito possiamo essere straordinari in ogni azione quotidiana. Dobbiamo vegliare sui segni del regno che crescono ma pure dormire in pace.


Senza forzature nell'interpretazione della scelta e della testimomanza del Papa emerito Benedetto XVI mi permetto di dire che abbiamo ricevuto un insegnamento grande.


Il Signore ci ha fatto "guardare" un uomo credente cristiano Pastore della Chiesa universale, profondamente attento alle vicende dell'umanità e sapiente nel discemere la volontà di Dio sulla storia della Chiesa e del mondo.


Questo testimone della fede in Dio e dell'amore per la Chiesa a servizio del mondo, ci sta educando ad essere delle donne e degli uomini spirituali e credenti adulti, cioè persone abitate dallo Spirito, incamate nella vita e impegnate a servire il regno di Dio con profonda consapevolezza delle proprie capacita dei propri limiti ma soprattutto del primato dell'azione di Dio.

Il coraggio, la fede, l'onestà, la passione, I'amore e specialmente l'umilta di Benedetto XVI ci siano di sprone per essere attivi nella crescita del regno di Dio e contemporaneamente fiduciosi che spontaneamente e serenamente
i semi del regno germogliano e crescono.

La scelta che il Papa emerito ha fatto come Gesu di restare sul monte in preghiera, è la sfida ancora piu credibile e potente di cio che è essenziale e prioritario perchè il regno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace continui a diffondersi.

Don Livio