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Ristrutturazione Campanile

Posted by admin on gennaio 26, 2014

Con l'approntamento del cantiere, è cominciato il restauro conservativo e l'adeguamento statico della torre campanaria.

L'appalto dei lavori è stato assegnato alla CO.SV.E.M. di Castelfranco Veneto, mentre per la nuova struttura a sostegno delle campane esistenti è stata incaricata la ditta Elettrojolly di Legnaro (Pd).

Presumiamo che i lavori si concluderanno in circa sei mesi.

La Regione Veneto ha già deliberato un contributo per l'adeguamento statico di euro 140.000.

Si ringraziano i parrocchiani che già stanno contribuendo con offerte, ciascuno secondo le proprie possibilità.

Sicuri che presto risentiremo il suono delle nostre campane, siamo fiduciosi sulla generosità di tutti i parrocchiani a sostegno dell'ingente impegno economico per la conservazione di un bene storico di tutti.

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La memoria della Storia e la fiducia nella Promessa

Posted by admin on gennaio 26, 2014

In questo editoriale desidero dare continuità alla riflessione che ho condiviso nell'ultimo giorno dell'anno 2013, alla S. Messa di ringraziamento, per aiutare a far memoria degli eventi passati e a vivere quanto ci attende, nel presente e nel futuro, con la sapienza evangelica e l ’impegno cristiano, propri dei credenti in Gesù Cristo.

I continui interventi di Papa Francesco e in particolare l'Esortazione apostolica "Evangelii Gaudium - La Gioia del Vangelo", ci spronano e ci orientano spesso ad uno sguardo sulla vita dell'umanità, e in questa anche della Chiesa, per accorgerci, riconoscere e non dimenticare gli appelli forti di Dio.

É proprio della cultura del nostro tempo "consumare" in fretta ogni esperienza, anche quelle più significative e decisive per la vita dei singoli e delle comunità.

Perché è importante, e a volte decisivo, "far memoria” degli appelli di Dio? Perché, quando Dio parla nella Sacra Scrittura e negli eventi della storia, pronuncia una parola che è sempre riferita a una promessa. Saper leggere, alla luce di Dio, gli istanti di storia, specialmente quelli segnati dalla fragilità degli uomini e delle donne, dalla loro impotenza, è indispensabile per scrutare tra le righe di questa vicenda umana come a Dio nulla è impossibile.

Anzi, come proprio là dove si esprime al massimo la fragilità e la debolezza delle persone, si manifesta la potenza di Dio. L’impossibile umano diventa lo spazio del possibile divino.

Far memoria dell’azione di Dio e della collaborazione che lui domanda ad ogni uomo e donna di buona volontà, significa riconoscere chi è il Dio di Gesù Cristo (è il Dio fedele alla promessa fatta all’uomo) e chi è il credente cristiano (è colui che si fida di Dio e opera nella storia forte della sua promessa). Quando Maria va a trovare la cugina Elisabetta, come ricorda il Vangelo di Luca (1,39 - 45) non va solo per aiutarla, ma va per contemplare il segno che conferma la promessa, le parole dell’annunciazione.

Noi cristiani siamo i discepoli delI’impossibile se obbediamo alla promessa e quindi operiamo secondo il contenuto di tale promessa.

Perché nelle relazioni interpersonali, a tutti i livelli, non si obbedisce a quanto viene detto? Perché, spesso, non vengono pronunciate parole promettenti.

Nello sguardo all’anno da poco concluso, io ho visto "miracoli grandi” perché molte persone incontrate da Gesù Cristo o abitate dalla buona volontà, hanno preso coscienza che la realtà segnata dalla sofferenza, dall'ingiustizia, dall'egoismo, apparentemente senza via di uscita, poteva essere modificata. Tanti fratelli e sorelle hanno creduto e voluto reagire.

È decisiva questa esperienza per quanti sono paurosi, titubanti o si sentono impotenti. Oggi si impone con forza una domanda: "Io non posso fare niente o non voglio fare qualcosa?”.
A volte le montagne che fanno paura diventano colline percorribili perché ci si fida di Dio, della sua promessa e dello Spirito Santo che ci ha ricolmati della sua forza. È facile per le persone scoraggiate, avvilite, ferite, oppresse e schiacciate sentirsi impotenti e perdere il contatto con la realtà o vederla in modo non corretto.

La mancanza di speranza deforma la realtà. Donne e uomini di speranza, invece, hanno creduto nella promessa e hanno operato di conseguenza. Ecco la memoria che non ci blocca nel passato, in ciò che si è compiuto, ma che ci mette in movimento, oggi e nel futuro, per nuovi segni concreti di promesse che devono essere realizzate.

Nel mondo, vicino e lontano, si è vista la forza trasformante della bontà, della solidarietà e della condivisione, specialmente nelle situazioni di vita segnate dal disagio e dalle vecchie e nuove povertà. A livello mondiale abbiamo assistito a missioni di pace; gli aiuti portati a popolazioni colpite da calamità naturali; ad iniziative per chi non ha cibo, dignità, istruzione. salute.

Ricordiamo il lavoro di accoglienza degli immigrati, specialmente nell'Italia meridionale, affrontando disagi e investendo energie straordinarie, pur consapevoli di alcune scelte non rispettose della dignità delle persone alle quali sono state procurate ulteriori sofferenze.

Abbiamo riconosciuto segni di bontà anche negli impegni seri e onesti di coloro che sono stati indicati per il governo a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale. Il Signore ha fatto forza nel cuore di donne e uomini che hanno voluto e saputo servire i cittadini, privilegiando i più indigenti.

Nella Chiesa la creatività di Dio e la potenza dello Spirito Santo hanno permesso il dono di Papa Francesco, come vescovo di Roma e guida della Chiesa universale. Erano tangibili la sofferenza. lo scoraggiamento e la sfiducia per cristiani, consacrati e laici, sempre meno capaci di testimonianza evangelica credibile.

Ecco la speranza nuova di una Chiesa dove camminano insieme vescovo di Roma e popolo di Dio; di una Chiesa umile, semplice e non tentata di trionfalismo e carrierismo; di una Chiesa povera e con i poveri; di una Chiesa in esodo, cioè aperta per uscire e andare là dove la gente vive; di una Chiesa invitata ad essere santa perché il Signore la purifica e la perdona; di una Chiesa consapevole di essere peccatrice perché in questo mondo cede all’idolatria rinnegando il suo Signore; di una Chiesa che può provocare quanti hanno responsabilità nella comunità civile ad essere costruttori onesti della città terrena.

Nella nostra comunità cristiana di San Martino, accanto ai segni di situazioni personali e comunitarie ancora bisognosi di conversione, ci sono segni di un progressivo cammino di santità:

  • il serio e impegnativo ascolto della Parola di Dio;
  • la partecipazione all’Eucaristia e alla Confessione di tante persone, anche giovani e adulte;
  • la testimonianza di fedeltà alle scelte di vita degli sposi e dei consacrati;
  • la carità di persone e aziende verso le famiglie e le popolazioni in forte disagio economico, impegnando la Caritas e i tre Gruppi Missionari ad una responsabile distribuzione del denaro e dei beni di prima necessità;
  • l’offerta della sofferenza da parte di persone anziane e ammalate per il bene di chi è privo della speranza;
  • l'entusiasmo e la gioia di giovanissimi e giovani per una formazione cristiana a favore di una fede in crescita;
  • la disponibilità di tanti per l'evangelizzazione, la liturgia, la carità e nei servizi di manutenzione e conservazione delle strutture comunitarie;
  • la forza, la costanza, la sopportazione di tempi duri per chi è stato provato dalla sofferenza fisica - psicologica - morale - affettiva, dalla morte, dalla perdita del lavoro, dall'incomprensione in famiglia e tra parenti, dall’incapacità di dialogo e di relazione
  • nell’attività professionale e nel servizio volontario in parrocchia e nella comunità civile.

Nel cammino di questo nuovo anno vogliamo compiere ancora "segni prodigiosi” grazie alla promessa del Signore e alla testimonianza di chi vi ha creduto.

 

 

 

 

 

 


Campi Estivi 2014 in Casa Alpina

Posted by admin on gennaio 26, 2014

Sono disponibili le date dei turni estivi in Casa Alpina.

Clicca qui per visualizzarle.

 


lettera su celebrazioni in chiese succursali

Posted by gilberto on dicembre 15, 2013

Collaborazione Pastorale

Abbazia Pisani – Borghetto - Galliera Veneta - Mottinello Nuovo -

S.Martino di Lupari - Tombolo

Diocesi di Treviso

 Nel territorio delle nostre Parrocchie sono numerose le chiese succursali, non parrocchiali, a cui gli abitanti del luogo per tradizione personale o locale o familiare sono affettivamente legati magari perché in esse, personalmente o i propri familiari, con generosità hanno profuso energie economiche e fisiche alla loro edificazione o mantenimento.

 In seguito a questo legame si tende a chiedere di celebrare in tali chiese succursali gli eventi più importanti della propria vita familiare soprattutto anniversari di matrimonio, incontri speciali tra parenti, amici di lunga data, associazioni…

Tali occasioni, dati gli impegni feriali, coincidono nella maggior parte dei casi con le feste o le domeniche.

Data l’impossibilità dei parroci di presenziare dette celebrazioni non è raro il ricorso a preti anziani ritirati dalla ordinaria vita pastorale, a religiosi o parenti e amici consacrati.

 Si fa presente che tale abitudine, se pur lodevole nelle intenzioni di celebrare nel Signore gli eventi importanti della propria storia, va inserita nelle indicazioni liturgiche della Chiesa universale e Diocesana che vede nella domenica il tempo in cui di più deve manifestarsi anche visibilmente la Chiesa locale che Cristo raduna per alimentarla della sua Parola e del suo Corpo.

In tale raduno eucaristico, nella casa di tutti che è la chiesa parrocchiale, i fedeli fraternamente si scambiano come un dono anche la sorpresa e la testimonianza dei passaggi di Dio nella loro storia affinchè diventino “memoria” per la speranza di altri che a volte si trovano nel tempo della ricerca o della prova o del dubbio di fede.

 A partire da questi riferimenti di fede e per la fede e la fraternità, (la Chiesa li ha individuati fin dal Concilio Vaticano II), non sono giustificate richieste per Eucaristie “particolari” o private nei giorni di festa, in chiese che non siano quelle parrocchiali a cura di sacerdoti che non siamo i pastori (i padri spirituali) della comunità stessa in orari diversi da quelli delle Messe di orario.

Tale indicazione ha trovato la sua manifestazione normativa anche nel Direttorio Liturgico pastorale della Diocesi di Treviso ai nn. 141-142 e 144.

Dopo un periodo di paziente attesa e maturazione, pare siano giunti i tempi di una loro precisa applicazione anche nella nostra Collaborazione Pastorale.

E quindi a partire dal primo gennaio 2014 le richieste sopra-descritte sono tutte rinviate alle Messe domenicali nella propria parrocchia di appartenenza negli orari già in uso.

Si invitano perciò gli interessati a rivolgersi al proprio parroco per concordare tempi e modalità.

Sicuri che tutti comprenderanno e accoglieranno tale indicazione come invito alla maturazione della fede e della fraternità che sposta sempre più in avanti i paletti della tenda dell’accoglienza e dello scambio con i fratelli e le sorelle nella fede di Gesù Cristo volentieri benediciamo e salutiamo.

      I Parroci e i sacerdoti della Collaborazione Pastorale


Calendari Organisti e Animatori Liturgici

Posted by admin on dicembre 15, 2013

Sono disponibili qui i calendari degli organisti e degli animatori liturgici per il periodo Dicembre 2013 - Marzo 2014.


 

Domenica 29 settembre 2013 presso il Patronato Pio X di Cittadella (PD) si è svolto il VII Convegno Triveneto per Coppie e Presbiteri Accompagnatori delle Giovani Coppie avente come tema “ GIOVANI SPOSI IN CAMMINO...NON DA SOLI” (coinvolgere, accompagnare, sostenere).

 Al mattino, dopo l'accoglienza ed i saluti, una coppia coordinatrice -Claudia e Renzo-, rappresentante della Pastorale Familiare della Diocesi di Rovigo, ha aperto i lavori ricordando l’attenzione e la passione necessari per svolgere un servizio pastorale.

E’ seguito un breve saluto del Vescovo di Padova Mons. Antonio Mattiazzo, che ha posto l'accento su alcuni aspetti importanti:

  • non solo oggi è opportuno e auspicabile, ma necessario accompagnare le Giovani Coppie per la loro frequente instabilità e fragilità, anche quando si sentono forti della scelta di una convivenza;

  • è idea comune considerare il matrimonio come semplice vincolo affettivo;

  • c’è bisogno di attuare un programma di accompagnamento e formazione dei giovani preti per inserirli nel cammino delle famiglie;

- viene richiesta una particolare competenza: psicologica, sociale, professionale;

- va curata la crescita spirituale per sviluppare la Grazia del matrimonio e la santità degli

Sposi affinché testimonino il Vangelo del matrimonio, la Buona Notizia;

  • nella chiesa di oggi, la formazione degli operatori deve essere al centro della pastorale;

  • coppia non come oggetto ma soggetto di pastorale, non ai margini ma al centro, riconoscere ad essa un ruolo fondamentale (compito epocale).

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Relatori: coniugi Nicoletta e Davide Oreglia, sposati da undici anni, cinque figli, vivono a Mondovì (CN); responsabili dell'Ufficio Diocesano; presidenti dell'associazione “Sposi in Cristo”, dell'opera Madonnina del Grappa di Sestri Levante (GE); collaborano con l'Ufficio Nazionale di Pastorale Familiare della CEI; prima coppia in Italia a conseguire il Master in Scienze del Matrimonio e della Famiglia presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II di Roma.

Hanno presentato un'esegesi sul brano del Vangelo di GV, 2 “Le Nozze di Cana. Il Signore danza e cammina con le giovani coppie”: Dio gode della festa di una giovane coppia e se ne prende cura!

Nel commento indicano la centralità del ruolo dei servi (diaconi e coppie) i quali sono guidati dall'Obbedienza (al nostro Sacramento) e dalla Speranza (prendere coscienza dei nostri problemi senza perdere la fiducia in chi ci ama). Essi si fidano senza sapere e non solo riempiono le giare, ma le riempiono sino all'orlo: la misura non solo è colma, ma abbondante. Dio viene per noi, che non abbiamo meriti, ma bisogni!

E' solo acqua, ci rappresenta, è la nostra umanità, povertà, che non rappresentano un limite, ma un bisogno e Dio cosa fa? Trasforma tutto. Non può arrivare il vino buono se prima non c'è l'acqua e non può esserci la Grazia del matrimonio senza la nostra umanità!

Il vero protagonista è il vino ed è questo il passaggio importante che dobbiamo comunicare alle G.C.:

- Se il vino viene a mancare (l'euforia della festa) non devono avere paura, perché ciò che conta è la loro relazione, il NOI di coppia! Fare spazio, retrocedere dal nostro IO può spaventare, ma è solo ed attraverso la comunione con l'altro che capisco chi sono io.

- Dobbiamo regalare alle G.C. la testimonianza della nostra comunione ed intimità coniugale, che non si spegne dopo l'euforia della festa, con la routine della quotidianità o con il passare del tempo. L'erotismo è un dono da custodire, cresce e si cura fuori dalla stanza da letto, con l'attenzione ai bisogni dell'altro, la tenerezza, … e con il passare degli anni diventa più bello di quando ci siamo sposati.

- Il vino è fedeltà: è necessario ricordare sempre alle G.C. che la fedeltà non significa indossare un cappuccio, ma è lo slogan “Torno a Te” perché sei l'unico/a con cui …; non sei il tutto, ma l’unico; con te abbiamo una storia, abbiamo costruito una casa insieme.

Quando conosciamo altre persone, non dobbiamo temere di relazionarci, se noi ci ricordiamo sempre che il mio sposo è e sarà solo lui, solo lei.

- Un vino che devono imparare a bere è quello della fatica: ciò che ci conduce verso l'altro richiede questo passaggio, andare verso l'amore richiede impegno e fatica. E Gesù cammina con noi, ci porta un vino liberante, ci porta la vicinanza (resilience=si prende cura di noi).

La fatica è una dimensione, è il terreno buono di comunione.

- Quale vino finisce a Cana? Quello del “A noi non capiterà Mai”.

Non devono aver paura se questo vino finisce, perché permette di vedere le debolezze. E' un vino buonissimo che ci dà la possibilità di portare l'acqua (debolezze) ed essere Trasformata.

- Il vino delle coppie può finire: cosa non finisce mai?

- La presenza di Gesù.

- La Sete.

MAI FARE SPEGNERE LA SETE ALLE GIOVANI COPPIE.

Ascoltare questa esegesi, condivisa da una coppia di sposi, è stata una bella sorpresa, poiché sono solitamente i sacerdoti a farlo. Per noi è stata una conferma all'importanza della lettura evangelica in chiave familiare, che non può essere scissa dalla relazione intima di una coppia.

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Don Giordano Bernardino della Diocesi di Saluzzo ha condiviso “Uno sguardo d'insieme e percorsi possibili di accompagnamento alle Giovani coppie”. Alcuni passaggi hanno confermato una buona sinergia e comunione con quanto espresso dai coniugi Oreglia.

Altri concetti invece sono stati:

- L'importanza di far conoscere alle G.C. il dono del Sacramento che abbiamo ricevuto, non per allontanare il panico da eventuali separazioni (oggi sempre più in aumento, purtroppo) o, peggio, per entrare in competizione con i modelli emergenti di “famiglia diversa”, piuttosto per trasmettere l'entusiasmo e la forza che si sprigiona dalla grazia di Dio ricevuti attraverso il Sacramento del Matrimonio.

- Oggi, nella formazione al matrimonio si è unicamente preoccupati a preparare al Sacramento, ma non si prepara alla vita di sposi, all'essere coppia. Bisogna coltivare l'obiettivo a tempo lungo, l'orizzonte che s’intravede all'inizio del matrimonio e che si scruterà per tutta la vita assieme.

- Bisogna sempre tornare al giorno in cui ci siamo sposati, la presenza di Gesù è fondamentale, ma oggi Gesù è stato proprio cancellato!

Attraverso il Battesimo noi siamo avvinghiati a Gesù, anche se ora vogliamo essere liberi.

Gesù si dona totalmente alla coppia, rimane sempre con noi, anche nelle tenebre e quando tiriamo giù le serrande, ma ricorda al singolo l'importanza vitale di prendersi cura dell'altro/a.

- Come coppia, dove ci confrontiamo per tirare fuori la nostra bellezza? Nell'Eucarestia.

E' nell'Eucarestia che dobbiamo mettere le nostre intenzioni di coppia, è avere un amore più grande

che sa vincere le nostre incompiutezze.

- Se capiamo la nostra identità, capiamo anche la nostra missione.

- L'importanza di fare alle G.C. proposte concrete.

Don Giordano, parlando dei gruppi familiari, segnala che spesso funzionano solo da traino, devono invece rinnovare la persona, il sacramento, portare ad un'apertura, devono prepararsi ad una Missione!

- Come operatori dobbiamo essere elastici e creativi: dobbiamo conoscere il territorio, avere una progettualità, essere organizzati, dobbiamo sempre coordinare le cose all'interno di una struttura, di una Pastorale, ci devono essere obiettivi, risorse e continue verifiche. Dobbiamo operare con i sacerdoti, consapevoli che oggi è sempre più difficile.

- Al termine, ma prioritario, dobbiamo condividere e conoscere la fede portandola avanti non in maniera ortodossa, ma nella vita, in ciò che viviamo, in ciò che siamo. Prima di chinarci sulle ferite altrui, dobbiamo permettere che altri si chinino sulle nostre.

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Le relazioni si sono concluse ed è stato poi particolarmente gioioso il momento del pranzo con la condivisione anche delle varie pietanze che ognuno di noi aveva preparato. Il tutto arricchito dall'attenzione e dal servizio di tutti gli operatori del Vicariato di Cittadella.

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Al pomeriggio, la ripresa con il lavoro nei laboratori, suddivisi in quattro aree:

1) Coinvolgimento delle giovani coppie.

2) Iniziazione cristiana – catechesi 0-6 anni-.

3) Catechesi battesimale.

4) Sostegno alla conflittualità.

Noi abbiamo partecipato al primo laboratorio che ha preso avvio dalla testimonianza di una giovane coppia di operatori di Rovigo che spinti da una chiamata, dall'entusiasmo e dal desiderio di donare agli altri la loro esperienza di sposi, si sono messi a servizio di giovani coppie, riconoscendo però la difficoltà di camminare con loro non avendo a disposizione un progetto educativo ben definito.

Il lavoro di gruppo è stato poi strutturato con una serie di domande ben precise sul nostro ruolo di operatori, alle quale si doveva rispondere individualmente.

L'unica nota dolente, purtroppo, è stata il pochissimo tempo a disposizione per il confronto di gruppo. Nonostante questo abbiamo potuto condividere, provando un'umile ma profonda gratitudine, il concetto che sintetizza la formazione al Centro della Famiglia, cioè quello delle tre A (accoglienza, accompagnamento, annuncio).

La giornata è terminata con la S. Messa celebrata dal Vescovo di Verona Mons. Zenti, attualmente presidente del Convegno Triveneto. All'offertorio sono stati portati dei simboli che rappresentavano il tema di ogni laboratorio.

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Al Convegno erano presenti circa 300 tra operatori e sacerdoti provenienti da tutto il Triveneto.

Notevole e ben strutturata la macchina organizzatrice del Vicariato di Cittadella; attento ed efficiente il servizio delle coppie dello staff.

Una lode particolare va alla gestione dei bambini. Ragazzi scout e animatori AC hanno saputo coinvolgere, intrattenere e divertire i figli ed è grazie anche a quest’opportunità che i genitori hanno avuto tempo e spazio per conoscere, condividere, formarsi e rafforzare la bellezza e la gratuità al servizio.

Rossana e Valter

Elisa e Roberto

 

 

 


Collaborare con le Parrocchie vicine

Posted by admin on dicembre 1, 2013

 

Il nuovo progetto delle Collaborazioni Pastorali

 Durante l’Assemblea degli operatori pastorali della nostra parrocchia e nella giornata formativa per il Consiglio Pastorale Parrocchiale dello scorso settembre, appuntamenti annuali per l’avvio dell’attività pastorale, ho presentato il progetto diocesano delle “Collaborazioni Pastorali”, da attuare anche nel nostro territorio.

Da alcuni anni nella Diocesi è iniziata la nuova forma di collaborazione pastorale tra parrocchie vicine. È giunto il momento
anche per noi di muovere i primi passi nella collaborazione con le cinque parrocchie del territorio e precisamente:

Borghetto, Abbazia, Tombolo, Galliera e Mottinello.

Nel documento ufficiale della nostra Diocesi, le Collaborazioni Pastorali vengono descritte come:

“Una forma stabile di collaborazione tra più parrocchie, chiamate a vivere un cammino condiviso e coordinato di comunione, attraverso la realizzazione di un preciso progetto pastorale”.

Il cammino missionario della Chiesa

Di fronte a questa nuova forma di azione pastorale interparrocchiale è bene porci con lo spirito e con gli atteggiamenti adeguati per comprendere, accogliere e attuare la missione della Chiesa nell’impegnativo compito di evangelizzare le persone in un contesto culturale, sociale ed ecclesiale che si è notevolmente modificato negli ultimi decenni.

In questo tempo di profondi cambiamenti nella Diocesi di Treviso, soprattutto per l’aumento della popolazione, per la diminuzione di sacerdoti, per la nuova situazione di mobilità delle persone sul territorio, per le modalità diverse nel vivere le relazioni interpersonali e l’appartenenza alla comunità cristiana, per le maggiori energie richieste a chi presiede la comunità... ci è chiesto di organizzare l’attività pastorale dei preti e delle parrocchie in modo nuovo ed efficace per trasmettere effettivamente la fede in Gesù Cristo e favorire la crescita spirituale dei singoli e delle comunità cristiane coinvolte.

Questo tempo di grandi cambiamenti, radicali e rapidi, va colto come un tempo di grazia che domanda disponibilità a lasciarsi mettere in discussione e a convertirsi. È la nuova urgenza di evangelizzazione a motivare più radicalmente qualsiasi prospettiva di conversione dei preti, dei laici, delle persone consacrate per essere sempre più una Chiesa in missione.

Le nostre Collaborazioni Pastorali vivano una nuova esperienza di Chiesa come corpo composto di membra diverse, tutte protese verso quell'unità che Tu hai chiesto ai tuoi discepoli. Così saremo umile segno del tuo amore

Le Collaborazioni Pastorali non sono principalmente o esclusivamente una riorganizzazione territoriale della Diocesi, ma devono essere considerate come un nuovo percorso della Chiesa nell’impegno missionario in questo momento storico.

In tutte le Diocesi dell’Italia si sta procedendo nell’attuazione di nuove forme di comunità cristiana e di collaborazione tra parrocchie. La nostra Diocesi, e quindi la nostra parrocchia, è chiamata ad affrontare alcune sfide proprie di questo tempo e ad assumere sempre più un modo diverso di essere Chiesa.

Le Collaborazioni Pastorali possono divenire, con l’impegno di tutti, un nuovo cammino missionario della nostra Chiesa locale.

Cerchiamo di garantire l'esistenza di ogni parrocchia e procedere con gradualità

Il progetto che si sta attuando ha come obiettivo principale quello di garantire l’esistenza di ogni parrocchia e soprattutto di aiutare le comunità più piccole ad essere più vive e ricche nell’azione pastorale. Solo così la Chiesa di Cristo continuerà la sua presenza tra gli uomini, grazie alle concrete comunità cristiane che si riuniscono per ascoltare la Parola di Dio e per celebrare l’Eucaristia e gli altri sacramenti.

La comunione e la collaborazione tra parrocchie fa crescere la fede, la carità e quindi la Chiesa, nel Volto concreto delle singole comunità e delle comunità riunite. Sono importanti il rispetto e la valorizzazione di ogni parrocchia nella propria presenza, identità, storia, composizione, tradizione.

Sarà importante procedere con gradualità e senza fretta nel nuovo progetto. A tutti noi (preti, laici, religiosi e religiose, diaconi permanenti) sono chieste sapienza, prudenza e pazienza nel cammino intrapreso per aiutare le persone che faticano maggiormente ad entrare nella prospettiva di una nuova e diversa evangelizzazione non da soli, ma nella collaborazione tra parrocchie.

Un dono prezioso del Signore nella situazione attuale

La collaborazione tra comunità cristiane vicine non è un’esperienza ecclesiale da avviare solo nel futuro, ma è da guardare come un dono prezioso che il Signore sta già facendo alla nostra Chiesa trevigiana.

In diverse parti della Diocesi, infatti, due o anche più parrocchie sono coinvolte in questo nuovo progetto di comunione e condivisione dell’annuncio del Vangelo. Accanto alle inevitabili difficoltà e fatiche per una collaborazione stabile e ben organizzata, che richiede la pazienza di un cammino rispettoso dei tempi delle persone e delle comunità, si intravvedono già i frutti che lo Spirito sta suscitando nei cristiani impegnati in modo attivo e concreto.

Mi riferisco alla ricchezza spirituale e pastorale delle parrocchie che hanno unito le forze e le esperienze condividendo percorsi formativi, celebrazioni liturgiche, iniziative spirituali, caritative e missionarie.

La testimonianza di consacrati e di laici. generosi e preparati, che si mettono a servizio delle parrocchie coinvolte nella Collaborazione Pastorale e i positivi segni di fraternità tra preti, che condividono le gioie e le sofferenze del ministero in un vero aiuto reciproco, fanno toccare con mano che questo nuovo cammino di Chiesa è impegnativo, ma non impossibile.

La guida dello Spirito Santo

Abbiamo bisogno della luce e della forza dello Spirito Santo per vivere con amore il discernimento e la conoscenza della volontà del Padre. Lo Spirito aiuta a distinguere il “meglio” per le persone e per le comunità parrocchiali, per il ministero dei preti e il servizio pastorale dei consacrati e dei laici. Inoltre lo Spirito apre alla novità (stimoli, provocazioni, attese, speranze, fatiche, problematiche...) nella missione della Chiesa e nella diversa collaborazione corresponsabile tra preti, consacrati e
laici.

La disponibilità e l'obbedienza alle nuove chiamate del Signore

Siamo impegnati a conoscere quanto il Signore desidera sulle persone e sulle comunità cristiane perché Gesù e il suo Vangelo siano annunciati e testimoniati. La nuova visione della Chiesa dopo il Concilio Vaticano II prevede comunità cristiane con doni, carismi, ministeri e servizi... aperte alla collaborazione e all’aiuto e nel coinvolgimento maggiore dei consacrati e dei laici.

Saremo capaci di aprirci a chi ha storie, esperienze e modi di ragionare diversi, se questo lo facciamo già tra
noi.

Importante è la fraternità tra preti che vivono nella stessa abitazione o che realizzano forme diverse di condivisione fraterna:
questa diviene ricchezza e testimonianza per i preti stessi ma anche per tutte le comunità.

Il nuovo progetto domanda di vivere, come battezzati, sempre più nello spirito della diaconìa, cioè del servizio nella carità, tutte le gioie e le fatiche della risposta alle nuove chiamate, specialmente di riconoscere la sofferenza che si fa croce per quanto viene chiesto di perdere, di donare, di offrire come “sacrificio”.

Un cammino da continuare

La strada intrapresa per favorire la collaborazione tra parrocchie in questo delicato tempo storico della nostra Chiesa, richiede l’impegno di mantenere il passo con grande speranza sul cammino che il Signore ci ha indicato con la guida del nostro Vescovo Gianfranco Agostino e con la preghiera di tutti, specialmente di coloro che amano le nostre parrocchie e che quotidianamente offrono le loro sofferenze perché la fede in Gesù Cristo e la sua Carità siano trasmesse a tante persone.

 


Cucito con il Cuore

Posted by admin on dicembre 1, 2013

 

Sono una mamma del gruppo ”cucito con il cuore" e come sempre ci ritroviamo tutti i martedì sera per inventare e creare tante belle cose.

Per esperienza personale, mi sentivo non adatta a partecipare in quanto non sapevo cucire, rammendare ecc..., però mi sono detta ”Beh provo, vediamo cosa c'è da fare” e lì tra una risata, una sforbiciata e tante belle chiacchierate mi sono scoperta utile e con un po’ più di autostima: ero soddisfatta di vedere che dalle nostre mani uscivano tante belle cose da vendere nelle varie occasioni.


Questo per incoraggiare chi come me diceva: "io non sono portata non è vero!

AI gruppo serve anche una costante sferzata di novità e di gente nuova, allegra e disponibile, anche solo a tagliare.

Vi assicuro che non riuscirete più a farne a meno e, credetemi, non cuciamo solo la stoffa, ma anche grandi amicizie!

Vi aspettiamo numerose, più siamo meglio è!!!

Una Mamma

cucito_con_il_cuore.png

Per un Natale Speciale...

Vi ricordiamo che saremo presenti ai mercatini di Natale che si svolgeranno in dicembre lungo viale Europa e sul sagrato del Duomo.

Le nostre creazioni:

  • Tutto per il Natale
  • Linea ”Tutto per la nursery"
  • Bomboniere dal Battesimo alla Laurea

  

 


Un annuncio gioioso in mille modi e colori

Posted by admin on dicembre 1, 2013


Ritrovarsi assieme per vivere una tappa di inizio anno è diventato, per gli operatori di Pastorale, un appuntamento denso di significati.

Questo incontro unitario è, infatti, un “abbraccio” ideale tra tutti coloro che offrono impegno e tempo nei tanti servizi a favore della comunità e un’occasione per riflettere e formarsi sui temi proposti dalla Diocesi per il nuovo anno pastorale.

Condividere per:

  • Motivarsi, nutrirsi, formarsi alla luce del Vangelo
  • Crescere nella condivisione e nell'arricchimento reciproco
  • Valorizzare i diversi carismi e le caratteristiche di ciascun ambito di servizio
  • Sentirsi parte di una comunità più ampia:

    il Vicariato, la Diocesi, la Chiesa, conoscendone gli orientamenti e gli appuntamenti che possono divenire ulteriore occasione di formazione, incontro, celebrazione.

  • Condividere la programmazione dei principali appuntamenti
    per essere rispettosi del cammino specifico di ogni realtà e ritrovarsi assieme nelle pro- poste allargate a tutti gli operatori.

Nel posare lo sguardo su tutte le persone raccolte in Sala Bernardi, non si poteva che ringraziare lo Spirito per la tanta disponibilità, la varietà di impegni e di carismi, il desiderio di vivere e testimoniare il Vangelo declinando questo annuncio in mille modi e colori.

 


Calendario Lettori Novembre 2013 - Marzo 2014

Posted by admin on novembre 20, 2013

E' disponibile il calendario dei lettori da Novembre 2013 a Marzo 2014.

Clicca qui per visualizzarlo.